lunedì 14 giugno 2010

RESOCONTO SECONDA RILEVAZIONE (Monica Colombo)

Ciao a tutti.
Pubblico il post riguardante la mia rilevazione, svolta esattamente il 6 maggio 2010.
Prima di riportare quelli che secondo me sono stati gli avvenimenti più interessanti dal punto di vista della nostra ricerca, scrivo alcune mie osservazioni.
Per prima cosa, praticare l'attività di shadowing mi ha concretamente fatto capire quanto sia difficile e faticoso essere una ricercatrice in un ambiente estraneo.
Allo stesso tempo però è stata senza dubbio un'esperienza positiva: mi ha dimostrato che l'estraneità è necessaria per la comprensione e inoltre ho potuto constatare che in una situazione come questa, l'autoriflessività scatta quasi in automatico. Di fronte ad un "altro" anche noi ci conosciamo meglio, ci liberiamo da tutti i preconcetti che portiamo addosso e prendiamo distanza da essi. Insomma il nostro essere acritici viene abbandonato.
A mio parere, per conoscere l'altro non è necessario "mettersi nei suoi panni"- cosa per altro impossibile- ma mettere "l'altro dentro noi stessi" perchè è dal contrasto che nasce la conoscenza.
Per ultima cosa preciso che, oltre ad un uso continuato di carta e penna per riportare le mie annotazioni, l'uso della videocamera è stato fondamentale. Credo infatti che la resa visiva della mia attività di shadowing sia maggiormente fruibile agli altri attraverso i video piuttosto che attraverso un mio resoconto verbale. Inoltre le immagini hanno il prezioso vantaggio di mostrare tutto ciò che riguarda la sfera del non verbale il quale influisce moltissimo sulla creazione del significato finale dell'interazione.
Di seguito riporto alcuni momenti della mia giornata con il soggetto:

ORE 9.45
Il mio soggetto arriva con un quarto d'ora di ritardo.
Il nostro appuntamento era fissato presso la sua sede lavorativa.
Rimango positivamente colpita dalla sua estrema educazione.
Mi aveva infatti avvertita telefonicamente che sarebbe arrivata con un quarto d'ora di ritardo. Per scusarsi, mi offre un caffè.

Durante la mattinata, in ufficio, utilizza per tutto il tempo ( dalle 10 a 12.30) i seguenti social networks: facebook, linked-in, twitter, skype, friendfeed.
Skype è il social networks prediletto per comunicare con i suoi collaboratori, anche con la sua segretaria che si trova nell'ufficio a fianco.
Lei stessa è meravigliata da quante persone stiano commentando il suo post pubblicato su friendfeed.. Si tratta infatti di un post ironico: "Effetti collaterali dell' I-Pad: gli uomini cominceranno ad usare il borsello".
Questo post riceve in continuazione commenti scherzosi tanto che il soggetto stesso commenta: " La rete è così: scrivi qualcosa sulla strage del Lambro e nessuno dice niente, scrivi qualcosa di più banale e si scatenano subito i commenti."
Complessivamente durante la mattinata tutte le sue comunicazioni sono avvenute tramite social networks e e-mail.
Non è avvenuta nessuna chiamata: l'uso del cellulare e dell'I-Phone è stato inesistente.
Solamente sul blackbarry le arrivavano gli aggiornamenti di facebook.

ORE 12.30
Usciamo per pranzo. Ci rechiamo nella mensa aziendale.
Durante questa pausa pranzo ho avuto modo di interagire maggiormente con il soggetto.
Parlare liberamente, come fossimo persone qualsiasi che si scambiano due parole per conoscersi meglio, mi è stato molto d'aiuto poichè da questo momento in poi si è sciolto gran parte dell'imbarazzo e ho svolto le mie annotazioni con maggiore tranquillità.

ORE 13.00
Torniamo in ufficio

ORE 15.00
Fino ad ora non era entrato nessuno in ufficio, a parte la segretaria. Ora entra il suo collaboratore.
Da questo momento in poi, per circa trenta minuti, l'attenzione del mio soggetto è rivolta all'I-Pad.
Prende l'I-Pad da un cassetto della sua scrivania e inizia a parlare delle applicazioni che possiede.
Con il suo collaboratore, parla delle applicazioni che la loro Azienda potrebbe inserire su questo strumento.
I due si spostano dall'ufficio e organizzano una mini riunione con altri collaboratori.

ORE 17.30
Dice che ha terminato la maggior parte delle sue attività e che ha tutto il tempo per concedermi un'intervista. Videocamera alla mano, inizio l'intervista che durerà circa venti minuti.
Il soggetto si dimostra molto disponibile ed esauriente verso qualsiasi domanda.
Ciò che più mi colpisce- e che il soggetto stesso sottolinea a più riprese- è che il suo uso assiduo dei social networks non ha comunque le caratteristiche di una dipendenza. Mi dice chiaramente: "Se mi accorgessi di essere dipendente, smetterei subito".
Per il soggetto usare così tanto i social netwtks è sia un piacere che una necessità lavorativa in primis.

ORE 19.30
Ci spostiamo dalla sua sede lavorativa e, con un taxi, arriviamo presso un'altra azienda, dove si svolgerà in focus group a cui il mio soggetto deve assistere per questioni lavorative.
E' un focus group riguardante l'e-commerce.
Lo scopo è sondare- attraverso quanto dicono le dieci persone prescelte nel corso dell'interazione- quale siano le aspettative dei clienti verso il commercio on-line.

ORE 21.30
Termina il focus- group.
Dopo qualche minuto mi congedo dal mio soggetto.

E' stata una giornata molto frenetica ma molto entusiasmante.
Fare ricerca è davvero un'attività stimolante soprattutto quando il soggetto è- come nel mio caso- così interessante sia per la professione svolta ( è una manager e lavora in un'importante testata giornalistica) sia perchè era "adatta" a questo tipo di ricerca.
Il nostro obbiettivo è infatti analizzare il rapporto delle persone con i social networks e questa giornata mi ha offerto notevoli spunti di riflessione.
Ho già avuto modo di condividere questa mia esperienza con i miei compagni di laboratorio ma chiunque abbia qualche commento da proporre... io sono a disposizione!
Buona giornata,
Monica