lunedì 29 marzo 2010

Video come feedback

Mi scuso con tutti per non aver postato prima, ma gli impegni sono veramente molti in questo periodo. Riguardo alla possibilità di usare tre rilevatori sul soggetto, credo che possa essere controproducente se si tratta di tre persone diverse che in serie indagano lo stesso soggetto, proprio perché si perde quell'effetto di "abitudine" indispensabile perché chi viene osservato cominci a considerare il/la rilevatore/trice come parte del suo sfondo e quindi a subirne di meno l'interferenza. Se chi osserva cambia ogni giorno è probabile che si rinforzi (invece che diminuire) il senso di straniamento. Forse, ma allora diventerebbe estremamente gravoso per chi subisce il rilevamento, sarebbe metodologicamente interessante ripetere i ciclo completo di osservazione (tre giorni) con diversi rilevatori, ma questo è un principio generale di qualunque rilevazione, anche quantitativa, tanto più qualitativa come questa. Ogni ripetizione della procedura permette di evidenziare le idiosincrasie del rilevatore, il peso della sua interferenza, proprio in contrasto con le interferenze e le idiosincrasie di chi l'ho preceduto. Ma non è un concetto innovativo, diciamo che lo si conosce da quando si fa ricerca sociale secondo protocolli che si prova a standardizzare. Per il momento, il mio consiglio è quello di limitare il contatto a un rilevatore per soggetto, espandendo semmai la comparazione al lavoro di diversi rilevatori, soprattutto se si può usare diffusamente il video. Intendo che si possono ricavare informazioni interessanti sullo "stile" di rilevazione anche comparando i dati di diversi rilevatori su diversi soggetti.
Ma la possibilità di coinvolgere il soggetto nell'analisi del materiale visivo mi pare estremamente interessante, e particolarmente originale. Chiedere al rilevato di commentare assieme ai rilevatori le immagini a video può produrre effetti di senso imprevisti. Secondo me, ancora meglio è se prima il materiale viene visionato e interpretato dai rilevatori, e poi, una volta compiuta l'analisi, si offre questa griglia interpretativa (con relativo materiale da visionare) al soggetto, che può fornire il suo feedback sul doppio input (video+commento) consentendo ai rilevatori di raffinare l'analisi.
Vorrei sapere com'è andato l'incontro con Salvatore Fronio di oggi pomeriggio. Ho visto questa sera il suo bel documentario e mi è piaciuta molto la capacità di produrre contesti provocatori (che mi sembra debbano qualcosa in termini di grammatica ad alcune programmazioni televisive) e di usare molto bene le immagini di repertorio (pubblicità, spezzoni di programmi televisivi) che per me costituiscono il problema degli archivi. Venendo dalla cultura "testuale" so dove cercarmi quel testo o quell'altro: vado alla Nazionale o in un'altra biblioteca, cerco su google scholar, su google books, sul sito della Harvard University Library, alla Library of Congress. Insomma, so dove andare a cercare. Ma dove cerco le immagini dello spot della renault, gli spezzoni del tg con l'arresto di Provenzano? Io comincio ad avere spesso questo problema, e penso che molti di voi sappiano indicare gli archivi. Mi rendo conto che è un tema tangenziale ma questo blog dovrebbe servire anche a questo, ad aprire piste.
Finisco dicendo che non sono sicuro di aver capito bene come si sia svolto il vostro incontro di oggi (29 marzo) e non ho capito come e se è stato usato il video durante questo incontro.

martedì 23 marzo 2010

Postate gente postate

Bene, vedo che le acque si muovono, e i commenti/proposte di Sara e poi le proposte/commenti di Alessandra. Conto stasera di articolare una risposta. Per ora una considerazione metodologica per  i post:
1. Mettete sempre un titolo e taggateli sempre almeno con un tag. Sarà molto più semplice recuperare le cose che ci servono quando i post saranno tanti.
2. Anch'io non sono un fanatico dei social ma questo non è detto sia un punto a nostro svantaggio. Studio il nazionalimo ma non sono nazionalista. E conosco qualche studioso di cannibalismo, of course...
A presto
Buongiorno,
ieri a lezione sono stata una delle ragazze che si è proposta per dividere lo shadowing di un soggetto in 3 giornate, ciascuna seguita da un diverso osservatore. Credo che il vantaggio di un'operazione simile potrebbe essere il fatto di cogliere tre punti di vista differenti, dato che ciascun osservatore non può che fare un'osservazione soggettiva e sarebbe interessante meta-lavorare proprio sugli scarti, le incoerenze che risulterebbero dal lavoro di confronto dei tre punti di osservazione diversi. Inoltre sarebbe interessante, a mio avviso, lasciare che intercorra del tempo tra una giornata e l'altra, per poter svolgere insieme al resto della classe, un lavoro di analisi sul materiale della rilevazione; materiale che secondo me dovrebbe essere quanto più possibile visivo e quindi videoregistrato. Alla discussione sul materiale analizzato potrebbe partecipare, come suggerito dalla Prof., anche il soggetto osservato; in questo modo otterremmo indicazioni preziose circa la sua hyper-self-awareness, circa la corrispondenza che sente di avere o meno tra come lui crede di apparire nell'essere un partecipante di social networks e come appare da quell'osservazione condotta da quello specifico osservatore. L'operazione potremmo ripeterla 3 volte oppure una sola volta con il materiale delle tre osservazioni già completamente organizzato e ri-discusso dalla classe. Non so se è chiaro quello che scrivo, è tutto molto complesso e il linguaggio fa fatica a star dietro alle intuizioni che mi sono venute guardando con molta attenzione il video di Mike Wesch.
Lo svantaggio dei 3 diversi osservatori potrebbe derivare dalla difficoltà per i 3 di coordinare il loro lavoro e per il soggetto di avere la sensazione, ogni giorno, di dover ricominciare una esperienza nuova, di trovarsi a spiegare più volte la stessa cosa, con conseguente perdita di naturalezza.
Non so, queste sono le mie riflessioni a caldo. Mi piacerebbe leggere le vostre. Nemmeno io sono una patita di social networks, ma il video di Wesch mi ha aperto gli occhi su una cosa: questa è davvero la nostra possibilità per fare un'osservazione partecipante...

terzo incontro di Antropologia visiva

Buongiorno a tutti,
ieri si è tenuto il terzo incontro di Antropologia Visiva e abbiamo avuto come ospite il documentarista Salvatore Fronio che ha presentato il suo lavoro stimolando il dibattito e la riflessione sul rapporto tra media, senso comune e credenze che è poi il frame teorico e pratico del laboratorio.
segnalo anche qui il link del suo documentario per tutti, http://www.votaprovenzano.org, perchè il trattamento dei media all'interno della costruzione filmica di questo prodotto mi sembra per noi di grande interesse.
Approfittando della sua partecipazione anche al prossimo incontro del laboratorio ( 29 marzo dalle 13.30 alle 17.30) ci siamo dati il mandato di compiere una prima registrazione filmica delle riflessioni, questioni, idee generatesi a partire da questo blog che, e mi rivolgo a Piero e collaboratori, potremmo pensare di condividere in questa sede.
L'idea è quella di costruire una prima documentazione audio-visiva del lavoro di riflessione teorica preliminare alla fase più etnografica di ricerca.
Gli studenti, disivi in gruppi di lettura, parteciperanno all'incontro con l'obbiettivo di tradurre il materiale teorico in interrogativi e contesti di ricerca relativi al social network.
Mentre il materiale teorico è diviso in parti eque tra i vari partecipanti, a tutti è richiesta la visione attenta della presentazione di Michael Wesh che potremmo anche utilizzare in qualità di metadiscorso sia durante la registrazione che nel montaggio di questo primo esperimento filmico.
E' un'idea sulla quale mi piacerebbe iniziare a scambiare commenti prima del prox incontro.
Per quanto riguarda il lavoro di rilevazione sui soggetti che si sono resi disponibili su Milano, gli studenti decideranno in settimana.
E' stata chiesta a lezione, e qui rimando la proposta sollecitando i propositori ad utilizzare questo canale di comunicazione personalmente, la possibiltà di suddividere il lavoro di rilevazione di 3 giorni a 3 rilevatori distinti, ognuno dei quali, previa discussione e monitoraggio del materiale di rilevazione raccolto dai colleghi, accompagnerebbe il soggetto per una delle 3 giornate.
Sollecito quindi i propositori a discutere in questa sede circa il senso e le implicazioni di questa proposta.
Dalla prospettiva dell'utilizzo dei mezzi di registrazione audio - visiva questo darebbe modo, negli intervalli tra una rilevazione e l'altra, di selezionare e montare parti significative del lavoro di ricerca e di mostrarle e discuterne con il soggetto della ricerca. In definitva di utilizzare il mezzo filmico in modo riflessivo come strumento di esplorazione e costruzione del contesto della ricerca.
Più problematica e discutibile è, credo, l'idea di 3 rilevatori differenti su uno stesso soggetto.
Invito tutti a discutere in questa sede di queste questioni come parte costitutiva, e non sussidiaria, del work in progress.
Una delle studentesse ha invece iniziato a proporre differenti contesti di analisi e ambienti per svolgere la micro-etnografia sul social network come materiali alternativi e/o complementari alle rilevazioni proposte.
Anche il blog proposto da Alessandra è sicuramente un ambito pertinente di approfondimento e di indagine.
in attesa dei vostri post/commenti, un caro saluto a tutti
Sara

venerdì 19 marzo 2010

Salve a tutti,
data la mia professione sono in costante contatto con il mondo delle persone sorde. Vi segnalo un blog al quale pertecipano diverse persone sorde che è, per la natura stessa della loro comunicazione (Lingua dei Segni Italiana), un vlog, quindi dove tutti i post sono video. Potrebbe essere interessante osservare come la comunicazione a distanza e, in questo caso, il modo di proporre agli altri e a se stessi un'identità culturale, possa avvenire interamente con una tecnologia visiva.
L'indirizzo è:
http://www.vlog-sordi.com/

giovedì 18 marzo 2010

tags

Questo post è insieme didattico (cerco di spiegare un termine), empirico (rispondo a una richiesta) e teorico (provo a dire qualcosa sull'uso dei tag e sullo sfondo delle competenze che un lavoro come questo propone).
Parte didattica. Un tag è quello che chiamiamo etichetta, vale a dire una parola chiave che associamo a un testo o qualunque altro tipo di file. Il bello (e il brutto, dico io) dei tag è che non sono un repertorio chiuso (come possono essere le etichette di un soggettario di biblioteca) ma sono semplicemente associate dall'utente. I tag sono quindi libere associazioni con il file taggato effettuate da parte dell'utente che sono utili nella misura in cui sono organizzate o organizzabili. Se ho mille post (o mille file di qualunque tipo) e li ho taggati ognuno con un tag diverso mi trovo con una taggatura che è estesa quanto il corpus dei miei file, e quindi non ci faccio nulla. Perché con i tag si deve essere in grado di RECUPERARE le informazioni selezionandole e ORGANIZZARLE secondo le etichette. Quindi se ho mille file, sarebbe molto utile che ogni singolo tag mi consentisse di selezionarne una porzione limitata (non un file solo, non tutti i file) che altrimenti non sarei stato in grado di isolare.
Quindi (porzione empirica del post) possiamo ognuno di noi CREARE nuovi tag e taggare i post se vediamo che nella lista attualmente esistente (sta nella colonna di destra del blog) MANCA un'etichetta importante. Se invece sfogliando la lista dei tag mi rendo conto che già ne esiste uno che potrebbe in qualche modo "contenere" anche il concetto che volevo utilizzare io creando il mio tag, allora è buona regola utilizzare il vecchio tag, o proporre una RINOMINA del vecchio tag con la nuova etichetta. Questo per dire che ognuno di noi, usando la sua sensibilità e il suo buon senso, deve secondo me sentirsi assolutamente libero di etichettare i post che pubblica o che vede pubblicati: per taggare un post già pubblicato credo che bisogna avere la qualifica di "amministratore", che non ho assegnato agli studenti, ma basta segnalare la cosa in pubblico (qui) e provvederò a montare il nuovo tag per il post individuato. Morale: creo qui il tag "glossario" da usare per tutte le volte che postiamo una voce, e creiamo direi anche un tag per ogni voce glossariata, così che questo post sicuramente deve essere postato "glossario" e sicuramente "tag", che è una voce del glossario spiegata in questo post.
Come parte teorica, credo valga la pena di consigliare a tutti gli studenti la visione attenta della presentazione di Michael Wesh (un antropologo che studia la rete) su "An anthropological introduction to YouTube", dato che è, in sé, un esercizio di visualità applicata alla didattica e poi parla di vlog e altre pratiche esoteriche che potrebbero interessarci tutti. E' in inglese ma con i sottotitoli (in inglese) quindi basta saperlo leggere (l'inglese) e si capisce.

mercoledì 17 marzo 2010

etnografia: metodi, teorie, riflessioni e oggetti

Ciao a tutti,
innanzitutto ringrazio Piero per il messaggio di benvenuto e in secondo luogo Alessandra per il suo commento.
l'idea del glossario - l'acquisizione di un liguaggio specifico in riferimento al contesto della ricerca - mi sembra un modo positivo per iniziare ad entrare nel vivo dell'etnografia.
Forse, ed estendo chiaramente la richiesta a Piero e collaboratori, si potrebbe pensare ad una etichetta specifica per il glossario, in aggiunta a quelle già presenti, da costruire in progress a seconda delle diverse segnalazione di chiarimento dei termini?
Se pensiamo al processo della rappresentazione ( S. Hall/ The work of representation, ma anche l'articolo dello stesso autore che ho distribuito a lezione: encoding/decoding) possiamo riconoscere l'importanza e il peso che assume ( a vari gradi e livelli di fruizione) l'acquisizione, la condivisione e lo scambio di un codice linguistico/culturale in questo contesto d'analisi?

propongo di inaugurare il glossario con vlog:
ho curiosato un poco su wikipedia per confrontare l'idea che mi sono fatta di v-(b)log con le definizione degli esperti in materia
http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Speciale%3ARicerca&redirs=0&search=vlog&fulltext=Search&ns0=1

L'accento mi pare sia posto proprio sulla dimensione visiva come forma di comunicazione e scambio via web.
La proposta potrebbe essere quella di inserire la ns rappresentazione audio-visiva finale, o parte di questa, su questo blog.
Il video, che stiamo cercando di pensare come forma di rappresentazione /significazione dell'esperienza etnografica, è composto da materie d'espressione eterogenee ( suono e immagini sincrone e/o dissonanti) che privilegiano la dimensione orale e visiva.
Una questione interessante mi pare si pone in riferimento alle rilevazioni già riportate sul blog, dalle quali emerge l'importanza delle operazioni di scrittura e di lettura da parte dei social networkers osservati.
come riprendere con i mezzi audio-visivi di registrazione ( metodologia?) la costruzione di significati ( teoria ?) e le forme di interazione ( oggetto?) che questi producono e promuovono?
Ricordo qui che uno degli obbiettivi dell'antropologia visiva è quello di rilevare le differenti modalità di vedere il mondo e di mostrare come queste producano i loro effetti a livello delle percezioni e delle azioni nel e sul mondo.
vi propongo un tema di discussione che mi sembra pertinente al nostro lavoro:
Le nuove tecnologie estendono le nostre possibilità di vedere ( percezione spazio - temporale) e le nostre capacità di entrare in relazione / di familiarizzare con gli altri e con il mondo. rendono visibile e udibile porzioni di realtà altrimenti inaccessibili/invisibili - inascoltabili?
passo e chiudo inviando un caro saluto a tutti.
Sara

martedì 16 marzo 2010

Buongiorno a tutti,
ho curiosato a lungo nel blog, dato che sono nuova. Mi sembrava molto buona l'idea di costruire un piccolo glossario con il linguaggio specialistico utilizzato. Io per esempio non sono molto abituata a questi sistemi di comunicazione e mi sento un po' spaesata: mi accorgo che vengono usati termini dei quali intuisco il senso, ma vorrei sentirmi più sicura sul loro utilizzo. Credo poi che gli stessi termini ci sarebbero molto utili durante il lavoro di ricerca e durante la costruzione del nostro video (vlog?). Insomma, chiedo gentilmente a chi ha maggiore competenza, di dare una mano.

giovedì 11 marzo 2010

Benvenuti

Ringrazio Sara per il post dove racconta i primi contatti con gli studenti per la proposta di partecipare alla rilevazione. Teniamo questo spazio veramente aperto per la discussione e nessuno abbia timore di esprimere perplessità e critiche, che sono strumenti necessari di crescita. Leggete intanto quel che abbiamo fatto e come intendiamo procedere e sperimentiamo tutti assieme se uno strumento come un blog collettivo abbia senso nel portare avanti la ricerca.
Ricordo a tutti che potete iniziare a scrivere appena mi mandate una mail chiedendo di poter diventare autori del blog. Vi arriverà un invito e basterà seguire le (semplici?) istruzioni. Se qualcuno avesse problemi a "entrare" nel blog me lo faccia sapere al più presto.
Saluti
pv

martedì 9 marzo 2010

laboratorio di antropologia visiva

Ciao a tutti,
ieri c'è stato il primo incontro del laboratorio ed ho spiegato agli studenti, a grandi linee, il tipo di ricerca che state conducendo e la possibilità di un loro coinvolgimento attravero la costruzione di una micro - etnografia.
Ho invitato gli studenti a visitare il blog per farsene un'idea più chiara, in particolare rispetto al lavoro di rilevazione, e ad esprimere dubbi, riflessioni, questioni, etc. utilizzando questo canale di comunicazione.
Ho osservato una certa resistenza e molte perplessità all'dea di accompagnare per 3 gg il soggetto della rilevazione ( shadowing ): "dobbiamo dormire a casa della persona"?, "possiamo compiere le rilevazioni in 2"?, " devono essere tre giorni di seguito o si possono concordare i giorni in momenti diversi?". Interessante, credo, l'ipotesi di Alessandra circa una possibile differenza nelle modalità d'uso del mezzo nei differenti giorni della settimana o periodi, in particolare il fine settimana.
Ho rinviato domande e questioni al blog informando che vi sono già presenti le rilevazioni di alcuni soggetti e, leggendole, possono iniziare ad entrare nel vivo della proposta.
Come ho detto a lezione, la tecnica proposta per le rilevazioni, mi sembra offrire l'opportunità di approfondire la dimensione delle pratiche ( COME ? ) che, dato il tempo a disposizione, è quella meno direttamente accessibile all' osservazione e all'analisi.
Una delle difficoltà maggiori, nelle precedenti edizioni del laboratorio, mi è sembrata proprio quella di accedere a questa dimensione dell'analisi e non solo a quella delle rappresentazioni ( CHE COSA?).
Rispetto alla materia specifica del laboratorio, ho chiesto agli studenti di visitare il blog tenendo presente i 2 focus del nostro lavoro:
- l'utilizzo dei mezzi audio - visivi di registrazione
- l'analisi della dimensione visiva
sia in termini di metodologia che di teoria ( M. Banks, H Morphy, '99)
last but not least, un caloroso benvenuto agli studenti che visiteranno il blog.
Sara Bramani