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domenica 9 gennaio 2011

riflessioni ed elementi emersi relativi al montaggio

In fase do riflessione relativa al montaggio, nel gruppo di rete e legami sociali sono emersi i seguenti elementi:

elementi di discordanza e di continuità del legame sociale come scambio in facbook e nella vita reale;
elemento della contrazione del tempo nella relazione in facebook, attraverso la messa insieme veloce di diverse immagini;
pluralità di voci: montaggio di un'intervista e diverse immagini d'intervistati associati alla stessa risposta;
la costruzione del legame sociale vista attraverso facebook (immagini di persone che interagiscono con il mezzo);
l'accumulo di amici come status sociale (aspetto provocatorio);
cosa ci si scambia in facebook ( aspetto del dono).

Manuela d

sabato 18 dicembre 2010

rete e legami sociali

La micro-etnografia del gruppo rete e legami sociali si basa sul concetto di amicizia nei Social Networks, in particolare in Facebook. Innanzitutto, dopo un prolifico brainstorming, ci siamo chiesti cosa fosse l'amicizia in termini generali (una domanda già di per sè complicata) e successivamente abbiamo cercato di lavorare sul nuovo concetto di amicizia virtuale.
Dopo la lettura dell'introduzione di Marco Aime al Saggio sul dono di M. Mauss abbiamo posto maggiormente l'attenzione al concetto di amicizia come dono: si tratta di un bene da ricambiare? e in questo caso, l'accettare l'amicizia si può già considerare un controdono?
Abbiamo iniziato a fare delle interviste a conoscenti e sconosciuti su cosa intendessero per amicizia e se l'amicizia su un Social Network si potesse considerare tale; inoltre abbiamo chiesto agli intervistati quanti "amici" avessero su Facebook e di questi quanti ne frequentassero di persona.
Da queste interviste è emerso che nessuno degli intervistati considera vera amicizia quella su Facebook: amicizia è fiducia, è una relazione profonda basata su scambi veri, amicizia è qualità più che quantità. Inoltre, tutti confermano di considerare amici solo quelle persone che sono veri amici nella realtà, gli altri sono solo conoscenti, contatti che "fanno numero". Si accetta l'amicizia un po' di tutti, anche di persone conosciute per poche ore o addirittura di persone che non si conoscono, ma alla fine il legame con la realtà e la corporalità resta: gli unici contatti reali sono quelli che esistevano già nella quotidianità. Ma se dunque nessuno considera vera amicizia quella su Facebook, perchè comunque rimangono più "social" quelli con tanti amici?
Emerge quindi un problema lessicale: essendoci vari gradi di amicizia, sia nella realtà che nel mondo virtuale, è fuorviante e ingannevole chiamare con un unico termine ogni nuovo contatto, soprattutto perchè amicizia significa reciprocità, attendere un controdono che ponga le basi per il dono successivo, cosa che in Facebook non succede. La totalità degli intervistati infatti conferma che non esistono norme di comportamento virtuale, ossia non ci si sente obbligati a rispondere a un post o a un link condiviso. I rapporti d'amicizia quindi diventano più frequenti ma meno profondi: aggiungere un amico su Facebook non significa averlo nella realtà, tranne che in pochi e fortunati casi. Per suggerire meglio quest'idea, oltre alla nostra ricerca sul campo, vogliamo aiutarci anche con video trovati sul web come A life on Facebook di Alex Droner e una significativa e ironica puntata di South Park sull'utilizzo di Facebook come rete che cattura e unisce, due aspetti indissolubilmente legati.


venerdì 10 dicembre 2010

facebook: da oggetto di studio a strumento di conoscenza

Ciao a tutti amici di Facebook sto facendo una ricerca per l'università vi chiedo semplicemente di commentare liberamente questa nota grazie Emilia
pubblicata da Emilia Fortunato il giorno mercoledì 8 dicembre 2010 alle ore 10.37

“Rispondi a una richiesta di amicizia”; “Conferma” o “Ignora”.Inizia sempre così. In questo modo, nel mondo cibernetico del noto social-network, due persone stringono, per così dire, “amicizia”. Di suo proposito qualcuno decide di condividere con te foto, riflessioni, spezzoni della sua vita che ha per bene impacchettato in un profilo bianco e blu. Per fare in modo che tutto questo accada si deve solo scegliere “Conferma”. Basta un semplice click del mouse su quel rettangolino blu con quella scritta bianca in stampatello, tanto invitante, per catapultarti nella vita di una persona che magarinon sapevi prima nemmeno che esistesse. Nel mondo cibernetico sii accumula un enorme archivio di informazioni, anche personali, da divulgare senza paura agli “amici”: coloro che hanno cliccato su quell’allettante “Conferma”!.È vero che uno dei vantaggi di Facebook è quello di poter aprire pagine e di conseguenza discussioni su argomenti di impronta politica, etica e chi più ne ha più ne metta. E fino a qua il tutto non è per niente fine a se stesso.Lo diventa purtroppo quando si decide di dare a un sentimento (l’amicizia) così presente e così importante nella vita di ogni uomo un significato così ambiguo. Il sociologo Cameron Marlow ha avuto la bella iniziativa di pubblicare i risultati di uno studio condotto dal Facebook Data Team sulle dinamiche sociali degli utenti.Ogni profilo ha la possibilità di avere 50, 100 e anche 500 e passa amici. Con l’aiuto di 30 volontari e col passare dei giorni, Marlow notò come gli individui che avevano più di 500 amici interagivano, attraverso la chat o il commento di foto e link, con un numero di persone di gran lunga inferiore al totale di amici, ad esempio solo una decina. Le relazioni aumentavano col diminuire della somma complessiva degli amici. Si rimane così intrappolati dal mondo cibernetico, da dimenticarsi quanto più importante possa essere il rapporto umano. Il toccarsi, l’ascoltarsi e il capirsi proprio con uno sguardo! È quello che accade nell’Amicizia.No, si preferisce interessarsi alla situazione sentimentale o all’orientamento religioso di un profilo.Ci si intestardisce a voler postare uno stato della serie “sono un duro, non ho bisogno di te!”, piuttosto che risolvere qualunque sia il problema davanti a una calda tazza di caffè.Proprio la relazione, fino a prova contraria, dovrebbe essere il più grande mezzo dell’uomo per definirsi tale e non rimanere chiuso fra le pareti del pregiudizio e dell’indifferenza.E guarda caso Facebook non fa altro che far interagire con quella decina di persone che si incontrano normalmente nel corso della vita di tutti. Mentre quella miriade di persone che legge di altri, commenta i loro pensieri sono definiti amici solo in un modo ingannevole.È per questo facile cadere nella trappola e illudersi sul valore dell’amicizia nel contesto facebookiano, così da non capire nemmeno il grande impatto che può avere il contatto con l’altro.Ma niente paura! È allo stesso modo facile individuare l’Amicizia, quella vera, nata attraverso l’affetto e la relazione.

giovedì 2 dicembre 2010

la vita su facebook

i social network non sono più ormai uno strumento di comunicazione, ma sono una piattaforma di condivisione globale, dove un individuo scientemente mette in rete tutte le informazioni chiave della sua vita personale, come la coppia, la famiglia gli amici, e soprattutto gli stati d’animo. Questi aspetti sono spesso anzi quasi sempre correlati con foto che testimoniano gli eventi. Che sia un aspetto positivo o negativo non si può ancora dire ma che ad oggi milioni di persone condividono la loro vita su Facebook è un fatto reale e bisogna prendere in seria considerazione tutto ciò che accade sui social media.
Il video realizzato da Maxime Luere che sta facendo incetta di condividi racconta la vita telematica e non di un fantomatico Alex Droner, dall’iscrizione alla presunta morte. Si comincia col condividere le prime foto, l’aggiunta progressiva degli amici, il cambio di stato da in coppia a single, che da il via ad una relazione che nasce proprio sul social. Si finisce con l’incontro dei due nella vita reale, matrimonio, figli e velocemente alla vecchiaia.
http://www.youtube.com/watch?v=NfIT1X3lnIY

venerdì 26 novembre 2010

NUMERO DI DUNBAR

Il numero di Dunbar è un limite cognitivo teorico che concerne il numero di persone con cui un individuo è in grado di mantenere relazioni sociali stabili, ossia relazioni nelle quali un individuo conosce l'identità di ciascuna persona e come queste persone si relazionano con ognuna delle altre. I sostenitori di questa teoria asseriscono che un numero di persone superiore al numero di Dunbar necessita di regole e leggi più restrittive per mantenere il gruppo stabile e coeso. Del numero di Dunbar non è stato proposto un valore preciso, ma un'approssimazione comunemente adoperata è 150.
Il numero di Dunbar è stato introdotto dall'
antropologo britannico Robin Dunbar, che teorizzò che "questo limite è funzione diretta della dimensione relativa della neocorteccia, che a sua volta limita la dimensione del gruppo ... il limite imposto dalla capacità di elaborazione neocorticale riguarda il numero di individui con i quali può essere mantenuta una relazione interpersonale stabile."
Che ne dite?