venerdì 29 gennaio 2010

webnographers

Posto qui il link al wiki webographers, un tentativo interessante di fare ricerca etnografica del/nel web.
Ci sono link a bibliografia, progetti in corso e strumenti di ricerca. C'è ancora molto da fare, ma è interessante l'idea stessa di fare un wiki sull'etnografia di internet. Il tema è tangenziale a quello di cui ci occupiamo noi, ma potrebbero uscire cose interessanti soprattutto sul piano metodologico. E' anche un invito a partecipare da quelle parti, se qualcuno di voi se la sente di impiastriccarsi con un wiki. E comunque ricordate di usare questo blog per segnalare qualunque cosa trovaste (in rete o off line) che potrebbe servire al progetto in generale. Vi prego di ricordare che stiamo gettando un seme per vedere se facciamo nascere qualcosa, quindi ogni forma di nutrimento è benvenuta.
E non dimenticate di taggare i post, in modo che si possano organizzare per temi. Questo, ad esempio, lo mettere sotto "metodologia" e "risorse online".

giovedì 21 gennaio 2010

Protocollo metodologico

SCRITTO DA MARTINA
NOTA DI PIERO: Siamo veramente alla bozza primordiale, nulla di più. C'è ancora da lavorare. Ci manca il riferimento alla letteratura (se esiste) su questo tema. Partire da Dana Boyd, ovviamente.



1.   Raccogliere la storia di vita del soggetto: contesto sociale, formazione, situazione familiare, educazione - istruzione, scuole frequentate, vita sentimentale, amicizie, quali persone costituiscono punti fermi nella vita del soggetto.

2. “Shadowing” → affiancare il soggetto per 3 giorni, registrandone ogni comportamento che implichi una comunicazione interpersonale, in forma di una sorta di diario di bordo:
·         comunicazione interpersonale mediata: uso dei social network, dei blog, dei forum on-line e della posta elettronica; uso del cellulare: chiamate, videochiamate, sms; uso del telefono fisso
·         comunicazione interpersonale non mediata: rapporti umani “faccia a faccia”
·         comunicazione (non interpersonale) mediata: televisione, radio, Internet…
In questa fase è importante registrare i dati ponendo in evidenza tre parametri:
-        durata (della conversazione o del rapporto interpersonale)
-         direzione: chi attiva la comunicazione ?
-         distanza: distanza geografica tra l’utente e il soggetto con cui comunica, ma anche distanza sociale (per es.: datore di lavoro – dipendente; coetanei…)

3. Articolare i dati secondo due dimensioni:
·         dimensione narrativa: elaborare un racconto (anche in prima persona) in cui i dati raccolti possano essere rappresentati attraverso gli strumenti della retorica
·         dimensione quantitativa: riportare puntualmente i dati concreti. Tali dati verranno poi utilizzati per costruire uno schema o una “funzione matematica” con cui si tenterà di spiegare quali pratiche sociali vengono attivate attraverso l’uso dei media.

VERBALE INCONTRO 18-01-2010


Scritto da CHIARA
NOTA DI PIERO: Questo elenco a punti è utile perché permette di aprire filoni ulteriori di discussione. Non postate i vostri commenti come tali, ma come nuovi post, selezionando il pezzo del verbale che volete commentare

Nell’incontro del 18 Gennaio 2010 si sono discusse le linee guida da seguire nella ricerca sull’uso dei social network. I punti analizzati sono stati diversi:

·       Condurre una ricerca etnografica sul campo, che vada oltre un’indagine di tipo quantitativo, come la somministrazione di questionari, di cui si occupa il gruppo SWG.

·       Seguire più soggetti con diversa estrazione sociale, fascia di reddito, livello di istruzione, professione, età, distribuzione geografica; questo ci consentirà di ottenere un campione variegato che presumibilmente farà uso diverso dei media in questione.

·       Se possibile, eseguire lo shadowing in giorni sia feriali che festivi, in modo da verificare se,  quanto e in che modo cambino i comportamenti dei soggetti. Possiamo infatti presumere che la fruizione di mezzi come cellulare, e-mail, social network vari non solo quantitativamente, ma soprattutto a livello di contenuti in giorni lavorativi piuttosto che  durante il fine settimana.

·       Durante lo shadowing si deve entrare in contatto con il soggetto da analizzare, cercare di instaurare quel tanto di rapporto che possa aiutare l’analizzatore a registrare tutti gli usi dei media, non solo a livello quantitativo (ad esempio la durata di una telefonata), ma anche a livello qualitativo e contenutistico (capire con chi è avvenuta tale telefonata, che tipo di rapporto il soggetto in questione ha con il ricevente o mittente). Evitare però di essere eccessivamente invadenti, per non far sì che il soggetto sia condizionato dalla nostra presenza.

·       A questo proposito, è bene che il lavoro su ogni soggetto duri almeno 3 giorni, in modo da farlo abituare alla nostra presenza e ridurre, così, il tasso di “inquinamento”. Spesso, infatti, in questo tipo di ricerche non si tiene conto dei dati rilevati nel primo giorno, proprio perché condizionati maggiormente dalla presenza del ricercatore. 

·       E’molto utile l’uso di un registratore per poter riascoltare le conversazioni fatte con il soggetto.

·       Raccogliere la storia di vita del soggetto prima di iniziare lo shadowing. Questa procedura è utile sia al ricercatore per farsi un’idea della tipologia di persona che ha di fronte, sia al soggetto per entrare in contatto con chi lo seguirà per tre giorni. 

·       Va bene anche seguire una persona che conosciamo; questo consente una maggiore confidenza tra i due e riduce il livello di “inquinamento” nell’uso spontaneo dei mezzi di comunicazione.
 ·       Registrare  dati il più possibile precisi; evitare constatazioni del genere “uso limitato del cellulare” in quanto soggette a relativismo. E’ bene perciò accompagnare i dati da annotazioni specifiche riguardanti ora, durata, contenuto ecc.
 ·       Un aspetto interessante può essere l’analisi dell’uso cross mediale che un soggetto, quasi sempre inconsapevolmente, fa.
 ·       Non sottovalutare aspetti apparentemente secondari che possono venir fuori in modo inaspettato; è importante essere ricettivi e aperti a qualsiasi “nuovo filone” possa emergere nel corso delle ricerche (Federico ci ha parlato ad esempio dell’account del cane del soggetto da lui seguito).
 ·       E’ importante che la stesura dei dati, con relativa elaborazione, sia eseguita “a caldo”, in prossimità della rilevazione, in modo da avere ancora e quindi riuscire a trasmettere, le impressioni di cui siamo impregnati.
 ·       La stesura di una ricerca etnografica si affida a un’elaborazione di tipo narrativo, come una sorta di diario di bordo. È’ necessario comunicare le proprie intuizioni, se si pensa che queste possano essere utili ai fini del lavoro. Lo scopo è raccontare la propria esperienza e trasmettere le impressioni ricevute in modo da rendere partecipe chi legge, come se fosse stato anch’egli presente.
 ·       Lo scopo della prima fase di questo lavoro è cercare di delineare man mano un metodo di indagine valido, che possa essere riutilizzato anche  in seguito.
 ·       In una fase introduttiva del lavoro, è bene consultare gli articoli dell’antropologa Danah Boyd, disponibili on line, partendo dalla parte riguardante il metodo d’indagine.
 ·       Infine Fabio ha raccontato la sua esperienza di shadowing, sottolineando l’importanza di entrare in sintonia con il soggetto analizzato, capire il muro di condizionamento causato ad esempio dall’uso del registratore, essere aperti a sviluppi inaspettati e dimostrasi curiosi, non avendo paura di fare domande.

Benvenuti

scritto da PIERO
Forse dovremmo firmarci all'inizio del post, se pensiamo che serva. Un primo post di benvenuti a tutti, sperando presto di crescere in numero (come gruppo) e in qualità (come ricerca). Magari ricordiamoci anche di taggare i post così è più facile recuperare le informazioni utili.
Ho creato un account ricerca.socialNetworks@gmail.com e vi ho già mandato la password via mail. Se leggete questo siamo già a buon punto, per entrare e postare in alto a destra cliccate su "entra" e inserite la pw.

Allora buon lavoro!!!