SCRITTO DA MARTINA
NOTA DI PIERO: Siamo veramente alla bozza primordiale, nulla di più. C'è ancora da lavorare. Ci manca il riferimento alla letteratura (se esiste) su questo tema. Partire da Dana Boyd, ovviamente.
1. Raccogliere la storia di vita del soggetto: contesto sociale, formazione, situazione familiare, educazione - istruzione, scuole frequentate, vita sentimentale, amicizie, quali persone costituiscono punti fermi nella vita del soggetto.
2. “Shadowing” → affiancare il soggetto per 3 giorni, registrandone ogni comportamento che implichi una comunicazione interpersonale, in forma di una sorta di diario di bordo:
· comunicazione interpersonale mediata: uso dei social network, dei blog, dei forum on-line e della posta elettronica; uso del cellulare: chiamate, videochiamate, sms; uso del telefono fisso
· comunicazione interpersonale non mediata: rapporti umani “faccia a faccia”
· comunicazione (non interpersonale) mediata: televisione, radio, Internet…
In questa fase è importante registrare i dati ponendo in evidenza tre parametri:
- durata (della conversazione o del rapporto interpersonale)
- direzione: chi attiva la comunicazione ?
- distanza: distanza geografica tra l’utente e il soggetto con cui comunica, ma anche distanza sociale (per es.: datore di lavoro – dipendente; coetanei…)
3. Articolare i dati secondo due dimensioni:
· dimensione narrativa: elaborare un racconto (anche in prima persona) in cui i dati raccolti possano essere rappresentati attraverso gli strumenti della retorica
· dimensione quantitativa: riportare puntualmente i dati concreti. Tali dati verranno poi utilizzati per costruire uno schema o una “funzione matematica” con cui si tenterà di spiegare quali pratiche sociali vengono attivate attraverso l’uso dei media.
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