Insieme alla lunga e interessante riflessione sul nostro oggetto di studio credo che noi come gruppo "tutorial" ci siamo costruiti un interessante percorso che potremmo dire tocca punti molto delicati e importanti del lavoro antropologico in questione.
La cotruzione di un pensiero sull'oggetto stesso della ricerca, il gruppo identitario dei giovani emo, fa parte di questo percorso. Si tratta di una realtà fatta di persone e di voci che si scontrano, si contraddicono e allo stesso tempo si affermano.
E poi c'è la riflessione più antropologica, la ricerca di uno sfondo teorico su cui appoggiare la realtà da noi incontrata. Quello che abbiamo riscontrato è un oggetto articolato e complesso dove individualità, collettività, social network e rappresentazioni (quali tutorial) si intrecciano nelle profondità del loro senso rendendo bene l'idea della dinamicità e della costruttività del tema identitario. Ed è proprio su questo elemento costruttivo che dovremmo basare le nostre scelte rappresentative.
Ma qui si pone l'ennesimo problema. Come si rappresenta la costruzione del significato? Come si rappresenta il nostro percorso, fatto di riflessioni di un gruppo che ricerca e di voci esterne che ci rispondono? Come si rappesenta quell'intreccio di punti di vista di cui detto?
Qualche idea visiva si può trovare giocando appunto sulla compresenza di più livelli (punto di vista del tutorial visivo, dell' "emo" intervistato, dell'esterno al gruppo e anche dei mass media), ma rappresentare è più difficile di quanto sembri.
Suggerimenti concreti?
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Credo che le osservazioni e riflessioni da te riportate in questo post siano pienamente condivisibili e meritevoli di particolare attenzione in quanto ottimi spunti di partenza per un'indagine di più ampio respiro. Però, per quanto riguarda l'oggetto pratico del nostro lavoro, penso sia più opportuno limitare il nostro campo d'azione. In questi giorni ho visionato vari documentari e tutorial riguardanti l'universo dei cosiddetti emo (che rappresentano anche i soggetti delle nostre interviste)e non, rimanendo colpito da come sia alto il valore dell'apparire. Mi spiego: dai documenti visivi analizzati sembrerebbe emergere un doppio livello di identificazione identitaria. Il primo è rappresentato dal look e dallo stile, fattore che determina il primo passo per la ricerca di amici(in particolare sui social network) e la delimitazione di uno spazio del gruppo (punto di ritrovo all'interno di una città); il secondo livello è rappresentato da una selezione all'interno del gruppo per trovare effettivamente altri soggetti con cui condividere determinati valori e pensieri. Insomma, sembrerebbe che, ad un primo livello ci si identifichi in base all'aspetto (esteriorità), mentre ad uno successivo in base all'essere proprio della persona (interiorità). Quindi, dati i limiti di tempo e l'ampiezza del nostro lavoro, e dato anche che i tutorial presenti in internet sembrano occuparsi più che altro dell'aspetto che una persona deve avere per potersi definire parte di un tal gruppo, credo che, a livello pratico, dovremmo concentrarci in particolar modo su questo primo aspetto identitario. Se qualcuno ha altre proposte sono ben accette.
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