mercoledì 15 dicembre 2010

tutorial "emo"

Ciao a tutti, durante l'ultima lezione di laboratorio è stato consigliato ai diversi gruppi di esplicitare punto per punto le fasi di lavoro (idea di partenza/confronto con la pratica effettiva/riproblematizzazione dell'oggetto di ricerca/elenco dei materiali), il gruppo tutorial ha già parlato a lungo di queste fasi di lavoro e per noi era più utile iniziare a lavorare sui diversi materiali raccolti. In ogni caso vorrei esprimere alcune riflessioni a riguardo.

Nel nostro lavoro su campo, come novelli etnografi, abbiamo notato come sia sempre presente, nell'incontro con l'altro, un continuo riposizionamento dei soggetti e delle idee che permeano il discorso. Ci siamo accorti dell'impossibilità dell'utilizzo della tanto amata empatia malinowskiana, dei nostri limiti e dei nostri pregiudizi. Proprio questo, però, ci ha permesso un interessante lavoro riflessivo (qui è presente il passaggio dal tema iniziale al riposizionamento a seguito dei lavori su campo). Nelle interviste effettuate è evidente il movimento sintetizzato nell'idea di circolo ermeneutico e ci siamo accorti di non poter avere risultati e soluzioni univoche e perfettamente lineari ed esatte. I nostri interlocutori ci danno informazioni discordanti che presentano incongruenze e controsensi, questo ci ha un po'spiazzato all'inizio anche se poi da ciò siamo riusciti a trovare preziosi spunti di riflessione e di riproblemattizzazione del tema iniziale. Dopotutto anche se il paradigma positivista è ormai decaduto siamo comunque sempre stati abituati a pensare che qualcosa di pulito, esatto, senza incongruenze sia il massimo a cui puntare, che sia qualcosa di veramente scientifico, invece, ciò che è confuso, caotico è qualcosa di imperfetto. Noi ci siamo mossi da questa imperfezione cercando di problematizzare al massimo il nostro discorso anche se esistono limiti di tempo e spazio.

Tornando al gruppo "tutorial" con il lavoro finale vogliamo far emergere e rendere visibile la differenza tra due distinti livelli identitari: il livello di definizione identitaria endogena e il livello di definizione identitaria esogena. All'interno del primo livello è presente un'altra discrepanza tra chi definisce se stesso come EMO "autentico" e chi anche se esteticamente è associabile al gruppo degli EMO ritiene che non esista questo gruppo e che esso dipenda da gusti estetici superficiali.

Noi siamo partiti con alcuni pregiudizi e pensavamo al mondo EMO come qualcosa di omogeneo, riconoscibile e riconosciuto ma con le prime interviste ci siamo accorti delle infinite sfumature e differenze, infatti stiamo parlando di persone e non di computer, ognuno ha una propria individualità, carattere.

A questo punto vi elenco i materiali raccolti durante le nostre ricerche:

- intervista a tre ragazzi della durata di circa 40'

-intervista tramite videoconferenza skipe 

-intervista ad un passante

-intervista mandata in onda dal programma tv "Le Iene" sul mondo EMO

-reportage sugli EMO di Repubblica TV, MTV, invasioni barbariche

-tutorial su come diventare EMO

-parodie ai tutorial su come diventare EMO

-dialoghi/mail/chat con ragazzi EMO

Per il montaggio del video ci sono diverse idee e proposte, di sicuro ci sarà un gran finale a sorpresa!

Il nostro gruppo si è suddiviso dei compiti da portare a termine entro lunedì (visionare i materiali raccolti e segnare i punti forti), prossimamente si comincia con il montaggio che vorrà comunque esprimere in modo chiaro il concetto di fictio/finzione/costruzione.

1 commento:

  1. Nel mio lavoro di analisi dell'intervista ai tre ragazzi mi è venuto in mente di sfruttare in qualche modo la straordinaria abilità di Roxy nell'esprimere, con la mimica facciale, la sua perplessità rispetto alle nostre domande (come avevamo notato lunedi scorso); potremmo inserire brevi e incalzanti spezzoni con la sua disarmante espressione di disappunto proprio per rendere lo scarto tra il nostro immaginario espresso nei quesiti ed il mondo a cui sente di appartenere. Che ne dite?

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