Venerdi sono state fatte le prime interviste. Ci siamo da subito scontrati con la difficoltà di trattare il tema dell'identità, anche se molti elementi interessanti sono emersi.
L'intervista è stata una sorta di chiacchierata totalmente non strutturata, ma difficile è stato approfondire i punti di nostro interesse. I ragazzi erano molto giovani (sarà da risolvere anche la questione delle riprese) e le nostre pre-conoscenze che ci eravamo fatti cercando e analizzando tutorial e affini sull'argomento sono state totalmente messe in discussione dalle loro semplici ma chiare risposte. Alla domanda "come voi vi autodefinireste? Di quale gruppo giovanile vi sentite parte?" La risposta è stata un semplice quanto disarmante "non mi autodefinisco e non faccio parte di nessun gruppo. Io sono semplicemente io e mi vesto e faccio quello che scelgo io". Eppure tutto quello che avevamo visto e sentito finora ci indicava esattamente il contrario: ossia un forte senso di appartenenza in questo "nuovo" gruppo identitario giovanile, definito da regole di vita e stilistiche forti e condivise. Ci siamo a lungo interrogati su questa discrepanza a fine intervista e l'unica risposta che siamo riusciti a darci per il momento riguarda proprio quella separazione tra endogeno/esogeno che era uscita in aula. In questo senso infatti possiamo dire che la forte definizione del gruppo "emo" dei giovani è qualcosa che viene dall'esterno, una sorta di contenitore creato ad hoc per inserire ed "etichettare" tutti quegli adolescenti "strani" ed alternativi che si vedono per le strade. Dal "loro" punto di vista però le cose sono diverse: le somiglianze sono dovute a gusti musicali e a stile di abbigliamento ed estetico (cosa che non risulta affatto nuova), ma non è celata in questa scelta stilistica alcuna filosofia di vita particolare, né alcuna regola di gruppo. Il tuorial si inserisce perfettamente in questo discorso: quelli che parlano di regole identitarie vere e proprie sono le parodie, i video fatti da persone esterne, mentre quelli reali e "seri" sono limitati a semplici consigli su come pettinarsi, truccarsi o dove comprare vestiti e accessori, cosa che si allinea perfettamente con l'aspetto stilistico identitario di cui dicevo prima.Nell'intervista si nota molto la differenza "come gli altri ci vedono (emo) e come siamo noi realmente". Nonostante questo sono però da considerare due fattori importanti a mio avviso: primo, che nonostante i ragazzi non si autodefiniscano Emo, esiste tutta una costruzione simbolica (visibile nella divisione tra poser, skunker, screamo) che permette ai ragazzi di posizionarsi e allo stesso tempo di differenziarsi dal gigantesco contenitore emo. Secondo fattore è che comunque in alcune "interviste" via chat abbiamo incontrato persone che invece si dichiarano parte di quel gruppo stilizzato e negato da molti, seguendo e condividendo le regole (la necessità di essere pessimisti, tristi, sofferenti; la triste scelta di tagliarsi le braccia,ecc.)considerate tanto importanti quanto i gusti musicali e il famoso ciuffo davanti al viso. Interessante sarebbe quindi confrontarsi con una di queste persone in un'intervista vera e propria soffermandosi proprio sul loro modo di vedere l'appartenenza e su come pensino invece l'altra parte, quella dei tutorial e della semplice appartenenza estetica.Si scopre quindi un mondo complesso, che difficilmente sarà analizzabile in profondità qunto forse l'argomento meriterebbe. Di sicuro però è già emersa (in un'altra parte dell'intervista che non tratterò ora qui) la forte funzione del social network, di internet e dei tutorial nella costruzione dell'identità giovanile di oggi. I nati nell'era virtuale hanno la possibilità di avere spazi di socializzazione e di costruzione dell'identità molto più ampi, anche fuori dal gruppo fisico della vita quotidiana. Internet cambia completamente la socializzazione giovanile , la complica e la arricchisce con tutti i suoi rischi e pericoli ma anche con tutte le positività delle sue risorse.
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Mi è parso che il disagio-ostilità che i ragazzi hanno mostrato di avvertire rispetto all’etichetta di “emo” derivi dal fatto che esso sia associato da un lato alle sentenze di implacabile condanna che il mondo degli adulti emette direttamente o attraverso i media nei loro confronti, dall’altro ai goffi tentativi di ragazzi più o meno giovani di avvicinarsi al mondo dei “ragazzi alternativi”, come lo definirebbero loro, non per la strada maestra della passione verso un artista (o un genere) musicale o della condivisione di esperienze in un gruppo di conoscenze, ma solo per seguire la “moda del momento”. Quest’ultimo tipo di approccio è strettamente legato allo spazio virtuale ed abusa dell’espressione “emo” (<>), che dunque viene vissuta dai nostri intervistati come un marchio quasi opprimente che li accerchia dall’esterno.
RispondiEliminaSarebbe interessante, anche se non so se sia fattibile nella realtà, vuoi per il tempo a disposizione, vuoi per la difficoltà che comporterebbe, cercare d'analizzare il rapporto degli intervistati con un mezzo visivo come la telecamera usata nelle riprese.Essendo comunque ragazzi accomunati da una forte componente esogena riguardante il look e l'apparire (cosa evidenziata anche dai tutorial visionati, che trattano quasi esclusivamente questo lato) sarebbe interessante cercare di capire come questo possa influenzare il loro porsi davanti ad un mezzo come una telecamera in un contesto "documentaristico".
RispondiEliminaCome dice elisa sarebbe bello riuscire ad intervistare una persona che si autodefinisce emo e confrontare, nel limite del possibile, le sue dichiarazioni con quelle emerse dall'intervista di Venerdì scorso. Io ho raccolto le conversazioni avute con diversi "emo" e comunque emergono pareri discordanti (c'è chi mi dice le regole d'oro per essere emo autentico e chi mi dice che non esistono più gli emo ma ci sono solamente ragazzi alternativi che scelgono per estetica o per gusti musicali di associarsi/"imitare" un certo gruppo giovanile).
RispondiEliminaVi posto i commenti al primo video che ho linkato nell'altro thread (per capirci quello con lo sfondo rosa):
Riguardo Il Primo Passo:Allora Un Emo Non Scegli Di Diventarlo Succede Così Naturalmente...Un Emo Non Deve Essere Rigorosamente Magro...Non Deve Avere X Forza Pircing...Il Fatto Di Avere Pircing O No è Una Scelta Personale...Xò è Anche Vero Che Quasi Tutti Abbiamo Un Pircing...Nel Video Dice ROVINARSI Se Tu Ti Fai Un Pircing è Perchè Lo Vuoi E Non Pensi Che Ti Rovini La Faccia...Riguardo Le Tinte Anche Quello è Un Fatto Molto Personale...Poi Dice Di Cambiare Il Modo Di Vestire è Normale Quasi Scontato Perchè Comunque Anche Negli Anni '80 La Persona Emo Era Quella Vestita Di Nero Aderente Ecc...Gli Emo Hanno Una Buona Dialettica E Non Parlano Per Esempio Qui A Roma Non Parlano Romanaccio Ma Un Italiano Corretto...Riguardo I Giusti Musicali Un Emo Non Ascolta Assolutamente Musica HOUSE Ma Emocore Scream Ecc...Assolutamente Non Bisogna Cambiare Il Carattere Perchè Comunque Un Emo è Una Persona Con Dei Problemi In Famiglia Oppure Che Non Si Sente Capito Quindi Il Carattere Cambia A Prescindere Dal Fatto Di Essere Emo O No...
Secondo Passo:Gli Emo Hanno Una Buona Macchinetta Fotografica Per Farsi Le Foto Ma Molti Hanno Dei Fotografi Solo Per Loro...Riguardo Il fotoritocco Non è Obbligatorio Perchè Gli Emo Sono Molto Belli Perchè Curano Molto L'Aspetto Fisico..
Il Primo Video è Più Una Presa In Giro..Il Secondo Non è Il Massimo Però è Meglio Del Primo..Comunque Se Io Dovessi Fare Un Video Inizierei Dicendo Che Sono Persone Molto Dolci E Disponibili Si Colorano I Capelli Solo Se Lo Vogliono Hanno Pircing Perchè Gli Piacciono Non Per Qualche Altro Motivo...Si Vestono Molto Aderenti E Con Cose Tendenzialmente Scure I Capelli Sono Sempre Piastrati E Pieni Di Lacca Tengono Molto All'Aspetto Fisico..Gli Piace Farsi Autoscatti...Ma Comunque Il Genere Emo Non è Una Cosa Nuova Perchè Gli Inizi Risalgono Agli Anni '80 Ascoltano Musica Scream Emocore Come Alesana Black Veil Brides Bullet For MY Valentine Escape The Fate Ecc...E Basta
Poi Mi Avevi Chiesto Perchè EMO è Offensivo...EMO Non è Offensivo Solo Che Ormai I Veri Emo Non Esistono Più..Adesso Nessuno Vuole Un Etichetta Addosso Perchè Parlo Per Esperienza Personale Essere Additati Per Strada E Sentirsi Urlare CHE SCHIFO Non è Molto Bello..Quindi Ormai Pochi Si Definiscono EMO Ora Ci Definiamo Per Lo Più ALTRNATIVI
Un'altra ragazza alle mie domande su cosa significhi essere emo mi ha risposto così:
RispondiEliminabhe io mi sono accorta di essere emo quando per me e diventato tutto nero..teski ecc..cioe gli altri colori gli odio ed mi sono accorta ke lo screamo.rock -punk facevano parte di me...Cmq emo è un genere musica compreso all' interno dell' punkrock...Emo è emozione..noi emo siamo particolarmente '' deboli'' alle emozioni...tutti ci criticano x il nostro aspetto e dicono ke ci tagliamo o drokiamo..ma tutto questo non è affatto vero..xke cmq si puo drogare anke un ragazzo normale no ??
Cmq i poser sono quelle persone ke dicono di essere emo quando poi non sanno neanke il significato u.u poveri loro...
Noi ascoltiamo un genre di musica molto '' forte'' ...
come i black veil brides-escape the fate-bullet for my valentine-marilyn manson -30 second to mars...I tokio hotel non sono emo..
Quando ascoltiamo la nostra musica ci emozioniamo profondamente xke e come se ci libera da tutto lo skifo ke abbiamo dentro..Noi più o meno come abbigliamento giriamo sulla morte con il nero teski borkie ecc..ma i dark lo sono maggiormente...
Se vuoi sapere qualcosaltro kiedi pure :) Ciao !!
La ragazza che contatterà Elisa mi ha scritto questo:
Solitamente si diventa "emo" perchè nella vita ti è accaduto qualcosa di brutto che non riesci ancora a superare.Infatti emo significa emozioni,di solito emo viene collegata con emozioni(persone piuttosto sensibili)Sono persone che hanno sofferto nella vita,molti li criticano perche la maggior parte degli emo si taglia le vene(per dimenticare,e perchè il dolore che provano facendosi male è meno forte di quello che sentono dentro.
a voi i commenti..
Esiste quindi un doppio livello identitario?
RispondiEliminaEsiste il livello esogeno dell'etichettare ciò che è "adolescente strano" con determinate caratteristiche estetiche come emo ed esiste il livello endogeno, quello di chi si identifica completamente con uno stile di vita preciso. Ma questo stile di vita esiste? Chi l'ha inventato? Come si presenta nella realtà?
Quello che mi viene da pensare (anche dai nostri riscontri nelle interviste) è che in fondo si tratti di un gioco di incontro/scontro tra i due livelli e che quindi non esista una "realtà" auto-evidente di questa identità, come a una conocenza superficale del fenomeno potrebbe apparire.
Ovvio che una conclusione definitiva su domande simili non può arrivare da uno studio come il nostro (limitato nel tempo, nello spazio ed anche nelle possibilità di approfondimento).
Mi pare giusto quindi orientare il nostro lavoro visuale su questo percorso di significati che stiamo percorrendo, lasciando quella che potrebbe sembrare la nostra risposta come una serie di domande aperte che, molto spesso, sono più utili e interessanti che un'apparente risposta definitiva, in realtà fittizia.