L'indagine vuole fare luce sull'impatto che la novità degli ultimi Social Networks ha avuto sul modo in cui le persone si relazionano, in rete e nella vita reale, o in entrambe contemporaneamente.
Le coordinate dell'indagine sono emerse da un brain-storming tra di noi attraverso posta email e in aula. Abbiamo individuato i seguenti punti:
Rituale del Kula e origine dei legami sociali (testo di riferimento: “Il dono”, Marcel Mauss e “Argonauti del Pacifico Occidentale”, Bronislaw Malinowski)
Analisi comparativa tra fruitori e non dei Social Networks (con particolare riferimento a Facebook, essendo il più utilizzato)
Motivazioni (perché iscriversi/non iscriversi?)
Obblighi di comportamento virtuale (accettare l'amicizia, auguri di compleanno, regali di Farmville)
A chi si dà l'amicizia? (Gradi di amicizia virtuale)
Coordinate di Spazio/Tempo prima e dopo i Social Networks: relazioni immediate e istantanee, ma incorporee. Il corpo come grande assente. Contrazione e priorità del tempo rispetto allo spazio.
Identità online e visibilità: aspetto teatrale e performativo della relazione via web
Che cosa si può capire di una persona dal suo profilo virtuale?
Superficialità delle relazioni (si accetta l'amicizia di qualcuno, ma poi ci si mette offline per non chattare con questa persona)
Come cambia l'utilizzo di Facebook nel corso del tempo?
Problematizzazione del concetto di amicizia
In conclusione, che funzione svolge la rete virtuale nei rapporti umani? Collega, cattura o allontana?
É ancora presente il senso di libertà caratteristico degli scambi sociali prima dell'avvento della rete?
La metodologia di ricerca da noi prescelta si configura come interviste dirette a soggetti di varie fasce d'età con differenti gradi di utilizzazione e conoscenza dei Social Networks, nella speranza di ottenere un quadro il più generale possibile.
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Ciao a tutti,
RispondiEliminavi consiglio di rileggere il post sulla nozione di dono e di tenere presente le osservazioni fatte in merito a lezione:
- triplice obbligo di donare, ricevere, e ricambiare
- valore di legame
- nozione di amicizia
- applicabilità della nozione di dono ai legami che si costituiscono e riformulano attraverso il social network
In ultimo: cercate di sfruttare il blog per i vostri scambi nel work in progress
un caro saluto,
sara
Ho riletto il post sulla nozione di dono, la difficoltà principale secondo me è come renderla attraverso un prodottoaudiovisivo. "L'amicizia è dono", cosa dono e ricevo quando utilizzo un social network? Quale linguaggio utilizzo? Quali ripercussioni ha sulla nostra vita quotidiana?Forse dovremmo concentrarci più che sulle domande da porre, sull'utilizzo dei social network, sul linguaggio utilizzato, si può parlare di linguaggio del dono?
RispondiEliminaSecondo me l'unico modo per capirlo è usare l'oggetto di studio, come strumento di ricerca quindi ad esempio intervistare una persona mentre utilizza Facebook, o skype, nel caso di Erika: ha consapevolezza di quello che fa accettando un'amicizia?che valore dà al taggare?cosa vuoi donare condividendo un link? iscrivendoti ad un gruppo?cosa ricevi?.
Chiedere alla persona prima di spiegarci a voce quello che vuole comunicare al suo amico "virtuale"e vedere come lo rende attraverso il linguaggio dei social network, ci sono delle differenze?
Le mie sono solo idee, vi prego d'indirizzarmi sulla retta via se sono fuori strada
Emilia
Ciao a tutti,
RispondiEliminaa mio avviso Emilia ha fatto delle osservazioni molto interessanti, che potrebbero aiutarci a scendere più in profondità. Se il triplice obbligo del dono sta alla base dei rapporti sociali, esso può manifestarsi anche attraverso la rete? E come?
Sotto quali forme? Come si evolve?
Dalle interviste che abbiamo realizzato si evince che quasi tutti fanno una differenza tra "amici reali" e "amici virtuali". La rete viene usata per allargare il giro di conoscenze, per questo forse si accetta l'amicizia di persone che non si conoscono. In rete si scrive tutto quello che passa per la mente, a seconda degli interessi, dello stato d'animo, dei desideri, ecc. Lo scopo comune sembrerebbe essere quello di comunicare col maggior numero possibile di persone e di far conoscere la propria voce, sia che si tratti di argomenti seri o di frivolezze. Non avendo un preciso controllo su chi leggerà i post pubblicati, non ci si aspetta nulla in cambio, anche se si nota una certa tendenza a commentare o taggare i post degli amici reali piuttosto che quelli degli amici virtuali. Tutti sembrano concordare con il fatto che i legami veri non possano essere sostituiti da quelli sul web, forse proprio perchè questo strumento non permette uno scambio di doni appagante. Facebook in questo senso servirebbe per tenersi in contatto con la gente in generale, anche se i rapporti più intimi e profondi avvengono all'interno di gruppi più ristretti tra persone che si frequentano nella vita reale.
Un caso a parte è quello dei soggetti che utilizzano i social networks per comunicare con persone lontane fisicamente (immigrati, emigrati, amici o parenti che risiedono all'estero, ecc). Per queste persone la rete diventa l'unico modo possibile per mantenere alcuni legami.
Meditiamo gente, meditiamo. Che Pasolini ci ispiri!
Erika Rivolta
Ciao ragazzi,
RispondiEliminaho provato a fare delle interviste ma mi sono scontrata con la difficoltà (come sottolinea giustamente Emilia) di rendere attraverso il linguaggio audiovisivo la dinamica degli scambi all'interno dell'amicizia e quindi del legame sociale. Secondo me si potrebbe insistere sull'"incorporeità" dello scambio nello schema dare-ricevere-ricambiare, filmando lo schermo mentre l'intervistato interagisce con Fb, come dicevate voi. E mentre agisce all'interno delle amicizie (commentando dei post, accettando amicizie ecc) gli si potrebbe chiedere "Chi è questo amico?" "Quanto lo conosci?"
Inoltre una proposta interessante che era stata lanciata da Michela era quella di preparare un questionario (Oltre alle domande che abbiamo preparato, Che cosa ti aspetti di ricevere in questa-questa situazione? Fai questa determinata cosa per ricevere qualcosa in cambio? Se posti qualcosa ti aspetti che qualcuno interagisca con te? Posti qualcosa di mirato per qualcuno?) direttamente attraverso Fb, facendo una "metaricerca", utilizzando l'oggetto della ricerca come metodologia! Aggiungendo domande in più, tanto poi elaborare i dati di un questionario dovrebbe essere più facile, dato che molto probabilmente si tratterà di risposte più brevi.
Fatemi sapere che cosa ne pensate!
Buona settimana a tutti!
Marta
Ciao a tutti!
RispondiEliminaQuelle che avete citato sono a mio parere tutte questioni particolarmente interessanti e importanti. Credo che sia molto importante l'aspetto dell mancanza dela corpo nel sn come punto di partenza per capire quale altro "corpo" o spazio si viene a costituire durante l'interazione attraverso fb e come dicevamo credo che l'unico modo sia ricercarlo trmaite la ripresa di un soggetto in interazione con il mezzo (io purtroppo non sono ancora riuscita a procurarmi una telecamera..). Per quanto rigurda ciò che dicevi tu Emilia, sono molto d'accordo sul non soffermarci troppo sulle domande rigidamente ma piuttosto cercare di esplorare l'argomento attraverso le "pratiche". Per esempio quando mi viene "donato" un link sulla mia bakeca, io mi sento in qualche modo tenuta a commentare il link e lo stesso mi aspetto quando sono io a pubblicarlo sulla bakeca di un altro. forse questo è un aspetto di questo legame di reciprocità.e ancora, come ci sentiamo quando nessuno commenta un nostro post o link o quando siamo noi a non commentare? ci sentiamo di aver mancato ad un "obbligo"?. Anche queste a parer mio potrebbero essere aspetti da indagare. E poi sarebbe interessante riuscire a far emergere le discrepanze tra ciò che s dice e le pratiche, ma in questo caso ho bisogno del vostro supporto sul come fare!
Sono in attesa di impressioni e opinioni!
Ciao a tutti, Manuela
Volevo aggiungere ancora una cosa rispeto a quello che dicevi tu Erika. Secondo me dovremmo aprofondirlo questo aspetto degli amici reali e non reali, perche credo emergano molte discrepanze e quindi sia molto interessante. Cosa si intende per amici reali? Perchè diversi tra quelli intervistati ci hanno detto che non accettano persone che non conoscono, che alla fine sono molti quelli frequentati al di fuori ( faccio riferimento all'intervista fatta in università) e poi però ci viene detto che gli amici fatti su fb per la maggior parte non sono reali.
RispondiEliminaChe ne dite?
Ciaa a tutti, Manuela
Ciao a tutti,
RispondiEliminavi consiglio un libro molto pratico, oltre che analitico: Il linguaggio del dono di J.T.Godbout, Bollati Boringhieri, '98.
se riesco per lunedì vi porterò le fotocopie che sintetizzano una prima analisi dei dati raccolti presso tre reti familiari nella regione di Montreal nel Quebec. ricerca svolta dall'autore et al. sul ciclo del dono.
le questioni da loro poste erano le seguenti:
1. come si caratterizza la CIRCOLAZIONE del dono nelle reti familiari a partire da tre categorie:( pag 34-35)
a. debito unilaterale: A considera di aver dato a B più di quanto ha ricevuto da B ( o viceversa). da parte sua, B considera di aver ricevuto da A più di quanto gli ha dato.
b. debito reciproco negativo: A considera di aver dato a B più di quanto ha ricevuto. Ma anche B considera di aver dato ad A più di quanto ha ricevuto
c. debito reciproco positivo: A considera di ricevere da B più di quanto gli dia egli stesso. e anche B considera di ricevere da A più di quanto gli dia.
2. E quali sono le sue regole ( di circolazione)?
in sostanza lavorano sul punto di vista degli attori sociali coinvolti nella rete ( percezione di ciò che danno/nn danno e di ciò che ricevono/nn ricevono- interruzione/crisi rapporto)
credo che una vostra lettura rapida durante il lab delle risposte riportate dagli interlocutori e sulle quali l'autore avanza delle ipotesi, potrebbe esservi molto utile.
Secondo l'autore che stiamo considerando, Mauss avrebbe concentrato la sua attenzione sull'obbligo di restituzione ( nel ciclo del dono: donare,ricevere e ricambiare).
la questione che si poneva in primo luogo Mauss era quindi la seguente:
- perchè si restituisce, come, secondo quali regole?
assunto implicito di tale questione: il senso del dono sarebbe il controdono che ristabilisce l'equilibrio tra i poli della relazione ( ricordatevi che il dono è una RELAZIONE).
postulato implicito: ricerca dell'equilibrio dei sistemi di dono.
In questo modo Godbout critica la centralità della nozione di reciprocità nello studio del dono nell'ambito dei legami familiari.
propone quindi un passaggio dalla reciprocità al debito come postulato ( nelle relazioni familiari lo stato di debito sarebbe normale mentre l'equilibrio sarebbe il segno di una crisi nelle relazioni).
quindi la questione centrale diventa perchè si dona ?( + che perchè si ricambia).
risposta dell'autore:
"per collegarsi, per mettersi in presa con la vita, per far circolare le cose in un sistema vivente, per rompere con la solitudine, per appartenere, per far parte ancora della catena, per trx..."
Consiglio: lasciate perdere l'opposizione reale e virtuale ( in questa direzione la questione del corpo non si pone ma se ne pongono altre molto interessanti.) Qualcuno di voi ha scritto: i soggetti differenziano le relazioni "reali" ( faccia a faccia) da quelle virtuali. Domanda: Sono loro che differenziano o siete voi che gli chiedete di differenziare le due cose postulando, quindi, che questa differenza esista?
Mi rendo conto di aver inserito molte considerazioni di una certa complessità - spero in ogni modo che le troviate stimolanti.
MEDITATE gente MEDITATE,
buon lavoro, sara
ciao a tutti,
RispondiEliminaforse per realizzare la nostra microetnografia dovremmo mettere da parte i presupposti teorici da cui partiamo, lasciare che siano confermati o smentiti dalla nostra stessa ricerca. Ad esempio proviamo ad affrontare le nostre interviste lasciando da parte la differenza tra amicizia virtuale e reale, e se invece facebook o simili, fossero nuovi modi di vivere l'amicizia come dono, che bene (o male??) si adatta i nostri tempi?. Se la questione centrale è perchè si dona e perchè si ricambia, potremmo fare delle riprese alle persone mentre utilizzano facebook. Gli offriamo un computer e vediamo come lo utilizzano, senza porre delle domande prestabilite. Oppure riprendere noi stessi mentre usiamo Facebook, come e perchè lo usiamo?
In attesa delle vostre opinioni
un saluto
Io credo che quello che potremmo cercare di verificare con le interviste è anche quanto il concetto di dono possa essere variabile in funzione al concetto di legame che c’è in ballo.
RispondiEliminaDonare-ricevere-contraccambiare, credo che sia uno schema di massima che poi ha regole e funzionalità diverse in base al tipo di legame sociale.
In alcuni rapporti, più formali e sociali, il rapporto dono-ricezione-ricambio è un elemento completo, dove ogni parte è ugualmente importante rispetto alle altre. Dono, ma se non ricevo in cambio (se e quando riceverò in cambio), il legame è destinato ad arenarsi velocemente.
Ma quando il rapporto diventa più personale (amicizia, legami familiari), non è forse lecito aspettarsi che ci sia un’evoluzione di questo equilibrio? Il dono rimane il gesto principale, ma forse non è più così fondamentale la parte successiva. Ricevere o attesa di ricambio, possono forse rimanere in sospeso, anche non presentarsi più, mentre nel frattempo si può donare nuovamente senza sentirsi in credito o che l’altro si senta in debito. O almeno avviene in misura diversa da altri tipi di rapporti dove il percorso è quasi obbligato nella sua sequenza.
In questo senso, sarebbe forse interessante capire se nei social network il rapporto che si viene a creare è più vicino ad un rapporto più formale (se ti taggo 3 volte e non mi consideri, passo ad altre amicizie) o più personale (il come e quando rispondi non è importante).
Sul come far uscire i concetti nelle interviste non ho idea; credo che sia anche una questione di esperienza nel porre le domande, che inevitabilmente non possiamo avere. Dai pochi interventi che abbiamo visto però mi pare che se non si presentano domande troppo specifiche, chi è davanti da molte più informazioni di quanto non vengano richieste.
E forse sarebbe interessante far porre qualche domanda direttamente ai nostri intervistati. Oltre a rispondere alle nostre, gli chiediamo alla fine di formulare a loro volta delle domande che (accuratamente selezionate) verranno sottoposte a quelli che verranno intervistati dopo di loro. E creiamo una catena; così capiamo anche che cosa li incuriosisce del mezzo che stanno usando.
forse dovremmo lasciar perdere l'idea di fare tante interviste...rischiamo, data la vastità dell'argomento, di mancare il punto che vogliamo approfondire (costruzione e valore di legame, triplice obbligo donare-ricevere-ricambiare, nozione di amicizia).Purtroppo il tempo non è dalla nostra e gestire tante informazioni nel momento di una rielaborazione finale potrebbe crearci problemi e confusione.
RispondiEliminaLa mia idea ora è concentrarsi su 2/3 interviste con "informatori tipo" e approfondire con loro le modalità di interazione e le motivazioni/ aspettative che li spingono ad utilizzare i S.N. Su come scegliere i nostri informatori non saprei dirvelo, una potrebbe essere la ragazza con cui è in contatto Erica. Durante queste interviste dovremmo concretamente filmare i loro movimenti ed interazioni con i S.N.
Si potrebbe poi integrare a queste interviste(come ha detto Marta sopra) una nostra "metaricerca", utilizzando l'oggetto della ricerca come metodologia.
Mi viene ora da pensare...ognuno di noi in questa discussione ha "donato" qualcosa di se e probabilmente si aspetta di "ricevere" qualcosa in cambio, una risposta pertinente a ciò che ha proposto ("fatemi sapere cosa ne pensate" "sono in attesa di impressioni e opinioni""che ne dite?")ma qualcuno ha ricevuto davvero ciò che si aspettava?!e qualcuno ha ricambiato?!
ne parliamo lunedì
buon week-end!
Ragazzi, io in definitiva sono d'accordo con Emilia e Chiara: restringere. Poche interviste ma che spicchino per contenuti interessanti (la storia di Erika, qualche ragazzo straniero, uno che non ha Facebook) piuttosto che tante interviste da cui emergono contenuti simili, poi un montaggio che comprenda anche un filmato dell'utilizzo reale e qualche video di youtube per spezzare..Altrimenti diventa pesante e ripetitiva.
RispondiEliminaA lunedì!