giovedì 11 novembre 2010

La nozione di dono

Ciao a tutti,

posto come promesso una breve sintesi che ho scritto del testo di Caillé, Il Terzo Paradigma, che può essere utile al gruppo che lavora sulla RETE ( ancora non avete comunicato la decisione in merito al vostro nome/tag )per articolare il lavoro di ricerca.

L'autore si interroga sulle condizioni di possibilità dell'azione sociale a partire da una critica serrata del paradigma olistico e di quello fondato sull'individualismo metodologico. Secondo l'autore questi due paradigmi tentano di spiegare unilateralmente la genesi dei rapporti sociali: il secondo facendola derivare dalle decisioni e dai calcoli individuali; il primo dall'influenza della totalità sociale.
Nel tentativo di superare la dicotomia istutita da questi due paradigmi ( sociale/individuale - società/individuo), ed altre a questa strettamente correlati, l'autore propone un terzo paradigma fondato sulla nozione di dono, ovvero sul triplice obbligo di donare ricevere e ricambiare, formulata da M. Mauss nel suo Essai sur le don.
Il dono, in quanto performatore per eccellenza delle alleanze, è ciò che secondo Caillé, spiegherebbe il legame sociale.

" Allaciando rapporti resi determinati dagli obblighi che contraggono con l'allearsi e il donarsi gli uni con gli altri, assoggettandosi alla legge dei simboli che creano e fanno circolare, gli uomini producono simultaneamente la loro individualità, la loro comunità e l'insieme sociale in seno al quale si dispiega la loro rivalità" [pag.48].

L'interesse della proposta di Caillé, in riferimento al nostro lavoro, risiede a mio parere nell'accento che l'autore pone sulla prassi dei legami sociali e sull'invito a ragionare nei termini di interazionismo del dono. Se si considera il dono, DAL PUNTO DI VISTA degli attori sociali, è possibile porre al centro dell'attenzione ( FOCUS) l'interazione concreta tra i soggetti; ovvero il farsi delle relazioni prodotte e presupposte ( ma anche interrotte e/o riformulate) nelle "modalità d'uso" ( DECerteau) del/dei social network/s.

Un prima questione potrebbe essere posta in questi termini:
- quali sono le risorse che circolano (sia in termini materiali che simbolici) tra i membri della rete? = ambito di riflessione ed elementi dinamici delle relazioni

L'invito di Caillé a non ridurre l'azione sociale ad un'istanza ultima, astorica ed atemporale, sia questa il calcolo individuale o l'obbligo derivante da una totalità preesistente, ma di pensarla piuttosto attraverso la nozione di dono, apre lo sguardo ad altre fonti dell'azione umana quali sono quelle, ad esempio, del piacere e della spontaneità.

Una seconda questione si pone a mio parere in riferimeno alla legittimità o meno di considerare le azioni sociali attraverso il social network come doni.

Caillé definisce il dono come prestazione effettuata senza attesa di restituzione determinata. L'accettazione di una mancanza di reciprocità sarebbe, secondo l'autore, l'elemento comune ad altre e più ristrette definizioni del dono che lo finalizzavano alla creazione del legame sociale e ne limitavano la portata alla prestazione di beni e servizi.

Non si danno solo beni e servizi, scrive Caillé, ma anche parole, feste, conferenze, impressioni, colpi, amore, odio, la vita e la morte.
Notiamo qui come tra i doni possibili possiamo trovare molte delle risorse materiali e simboliche che circolano attraverso i social networks.

Una terza questione utile all'analisi è quindi relativa al significato ed alla forma del dono: cosa doniamo, per esempio, quando inviamo a un soggetto una richiesta di amicizia? e quando la accettiamo?

Per ora direi che questi spunti mi sembrano più che sufficenti per avviare una proficua discussione ed un buon orientamento all'analisi del gruppo RETE.

Se riesco posterò più tardi le riflessioni generali - questioni - affrontate a lezione in riferimento all'utilizzo di alcuni spunti dell'opera di Gramsci per un'analisi antropologica dei media in questione.

Sara Bramani

3 commenti:

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  2. ciao a tutti,
    mi chiamo Emilia e faccio parte del gruppo della rete. Sono iscritta a Facebook da un anno. Penso che i legami sociali che s'instaurano tramite i social network siano più frequenti, ma meno profondi. Credo che la vera amicizia, non si fondi sulla quantità, ma sulla qualità, sul rapporto diretto più impegnativo, ma a mio parere più autentico. Io e il mio gruppo abbiamo molte idee su come realizzare la microetnografia, possiamo magari a provare a fare una sintesi?

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  3. Ciao Emilia,
    mi sembra che una prima messa in forma testuale delle vostre idee sia importante e molto utile. Anzi direi necessario....
    Per tutti voi : cercate di riflettere e discutere a partire dalle sollecitazioni ( teoriche) presenti nel post sul dono e provate ad applicare alle vostre idee lo schema teorico proposto. Credo sia un ottimo esercizio.
    un caro saluto,
    Sara

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