mercoledì 28 aprile 2010

Shadowing, prima rilevazione

Buongiorno a tutti,
ieri ho svolto la mia prima rilevazione seguendo la metodologia dello shadowing. E' molto difficile dirvi in sintesi come è andata; direi genericamente molto bene, ma si è trattato di un'esperienza molto complessa, oltre che molto faticosa, per cui vorrei poco alla volta postare una relazione ben fatta per permettervi di condividere le mie osservazioni e riflessioni. Vi chiedo un po' di pazienza perchè (shifto da pubblico a privato), come accennavo a lezione, domenica pomeriggio i ladri sono entrati in casa mia mentre portavo il mio bimbo a comprare un gelato. Mi hanno rubato tutto il rubabile e anche cose che non aveva alcun senso rubare, compreso il pc, nel quale avevo tutto il mio lavoro di ricerca, studio e tutto quello che concerne la mia professione, oltre a buona parte della mia vita privata. Oltre al danno la beffa: il ladro si è ferito entrando e ha imbrattato la mia casa e la biancheria di ogni cassetto di sangue. Insomma un orrore. (sono fatti privati, ma avevo bisogno di condividere: anch'io sto cercando una dimensione costruttiva con la quale partecipare ai SN. Tornando alla rilevazione, oggi pomeriggio installerò il nuovo pc, per cui a breve dovrei riuscire a cominciare a scrivere la relazione.
A caldo vi dico che è stato bellissimo; il soggetto osservato e il suo ambiente di vita e lavoro sono così lontani da me che ho avuto una sensazione di vero e proprio shock culturale, ma questo ha contribuito a farmi mettere in discussione le cornici da cui partivo per la mia osservazione, per cui è stato molto utile.
Non so esattamente chi avesse individuato il soggetto (lei è stata molto vaga in merito), ma mi complimento perchè per la nostra ricerca si è rivelata una fonte preziosissima. Nella mia relazione contavo di condividere con voi la sua attività con i SN che, presumo, si interrompe solo quando lei va a dormire (e mi sembra di capire dorma pochissimo). Vorrei inoltre (e qui chiedo l'opinione dei prof.) utilizzare uno stile narrativo, perchè mi consentirebbe di passare con naturalezza dall'analisi dei dati raccolti alle mie sensazioni e impressioni mentre li raccoglievo, che sono sicuramente importanti, dato che hanno determinato il mio modo di osservare.
E' stato fondamentale l'uso della videocamera come strumento di osservazione; a questo però ho affinacato numerose pagine di note scritte, proprio per non tralasciare il tono emotivo, le impressioni e opinioni che venivo via via sviluppando.
Ora mi pongo uno scrupolo e vorrei avere la vostra opinione: se la persona dovesse entrare nel nostro blog e leggere la mia relazione potrebbe non prendere positivamente tutti i miei commenti. Devo fare una relazione pro-soggetto-osservato o mantenere la completa libertà di espressione? Scusate la domanda, magari i prof. sorrideranno nel leggerla, magari con l'antropologia c'entra poco ed è uno scrupolo ridicolo, però mi rendo conto che il contenuto dei nostri messaggi è sempre modulato sui nostri ipotetici interlocutori che, nella loro partecipazione virtuale, contribuiscono a loro volta a plasmare e costruire i nostri contenuti.
Alessandra

6 commenti:

  1. Bene, aspettavo con curiosità e una certa "trepidazione" i commenti a caldo di Alessandra. le questioni che pone mi sembrano importanti e direttamente connesse con il nostro lavoro attraverso queste forme di comunicazione.

    gli stili di scrittura: siamo sempre nell'ambito delle strategie di rappresentazione e mi piace pensare che sia possibile costruire una circolarità positiva tra il testo scritto e il prodotto audio - visivo o, se vogliamo, video etnografico.
    tutto dipende, a mio personale modo di vedere, dalle intenzionalità che assumiano, ed esplicitiamo, coscientemente.
    si passa dai modelli formalisti, o se vogliamo analitici, di scrittura, come nelle analisi della conversazione dove l'obbiettivo è quello di rilevare le regole tacite che i parlanti condivino implicitamente a stili di scrittura "confessionali" dove i flussi di coscienza del ricercatore divengono la questione centrale che viene discussa e trattata.
    tra l'elusione della coevità ( fabian ) e il solipsismo interpetativo c'è, mi viene da dire, l'intenzionalità conoscitiva che va esplicitata anche a livello metodologico.

    Credo che a questo proposito sia sempre utile segnalare il testo di Marcus e Clifford, " scrivere le culture" che, già alla fine degli anni '80, invitava i ricercatori alla costruzione di strategie di rappresentazione che prendessero in considerazione la mediazione operata dalle rete di relazioni in cui soggetto conoscente e soggetto della conoscenza sono imbricati. Fabietti osservava recentemente come le rappresentazioni della diversità culturale sulla scena mediatica, e politica, problematizzino il rapporto tra l'antropologia e il suo specifico oggetto di studio. E' un osservazione molto interessante nel nostro ambito di ricerca e di analisi.
    "L'altro/ Alterità" fa spesso parte della nostra contemporaneità. Il fatto che non solo le nostre analisi finali ma anche le note scritte di campo possano essere lette e fruite dai soggetti - in questo caso rilevati- ne è una conferma e, penso, spinge la riflessione un pò più in là.
    le rilevazioni fino ad ora postate differiscono negli stili di presentazione e approfondimento dei contesti e delle interazioni, nonchè, mi pare, sui differenti focus delle stesse. chiarire le proprie intenzionalità e focus è, credo, una buona prassi di elaborazione che ci aiuta a tematizzare scarti, difficoltà, incongruenze, contraddizioni, etc. che sono, a loro volta, importantissimi elementi di riflessione e analisi.
    detto questo penso che la consapevolezza di una possibile lettura delle note da parte del soggetto della rilevazione vada tenuta presente, tematizzata e problematizzata. Tanto più dal momento che abbiamo deciso di riproporle una sintesi audio - visiva delle nostre riflessioni sui materiali raccolti.
    per ora passo e chiudo,
    sara
    p.s. Ad Alessandra: mi spiace molto per l'intrusione e violazione della sua casa.
    sara

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  2. Trovo interessantissimo quanto rilevato da Alessandra durante le sue osservazioni, e onestamente leggendo mi verrebbe una gran voglia di provare a fare un lavoro sul campo di questo tipo! Accidenti! Ma per ora penso mi limiterò alle interviste... Trovo molto interessante il fatto di "provare" di persona ad entrare nel "mondo" di un altra persona e confrontarlo col proprio, e sentire sotto le dita (almeno questo mi è sembrato di percepire dalle parole di Alessandra!) questa diversità! Attendo anche io con ansia adesso i resoconti di Monica e Margherita!
    ambra

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  3. Ciao Alessandra e ciao a tutti. Alessandra mi spiace veramente molto per quanto ti è successo. Sono molto curioso di vedere i filmati dello shadowing sull'utilizzo dei social networks che fa questa persona, sembra un caso molto interessante.
    Secondo me è molto importante cercare di non urtare la persona che si è esposta con commenti che potrebbero infastidirla.
    Buona giornata a tutti
    Francesco

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  4. Ciao Alessandra e ciao a tutti!
    La prossima settimana sarò io a fare l'osservazione e, dopo aver letto quanto è stato postato, ho iniziato a immaginarmi un pò la giornata che mi attende...
    Ammetto di essere un pò preoccupata dai ritmi frenetici del nostro soggetto! in ogni caso è un'esperienza nuova e un'opportunità unica per me e per cui cercherò di viverla al meglio e di svolgere nel migliore dei modi il mio lavoro!!
    Da quanto Alessandra ha scritto, ho potuto constatare che questa giornata le è sembrata molto proficua ai fini della nostra ricerca... Forse non ha alcun valore per il nostro studio, ma mi piacerebbe sapere cosa le ha lasciato questa giornata di shadowing sul piano personale.. cioè come ha vissuto questa esperienza e che tipo di relazione- se così si può chiamare- si è instaurata con la persona con la quale ha trasorso così tante ore!
    Il nostro soggetto avrà la possibilità di confrontarsi con il materiale da noi raccolto ed è certo che questo fatto andrà tenuto presente nel preparare l'elaborato finale.
    Però secondo me bisogna stare attenti a produrre un resoconto troppo "pro-soggetto"... Io credo che il risultato di un'etnografia debba essere la resa di quel "mondo terzo" in cui "antropologo" e "nativo" si incontrano.
    Occorre prendere distanza dalle proprie categorie culturali ma anche evitare di appiattirsi troppo su quelle della persona che abbiamo di fronte e rimettersi totalmente a lei e a ciò che dice.
    Mi verrebbe quasi da suggerire di cercare di mantenere una sorta di "giusta misura" ma la perfezione non è di questo mondo e quindi questo lavoro, nella pratica, è davvero molto complicato.
    Nonostante questo, bisogna tentare di agire nel nome di quel "relativismo culturale" che è la disposizione critica che ci induce a non dare per scontato nulla, che ci spinge ad osservare con sguardo critico la realtà per cercare di decostruirla prima di giudicarla.
    Secondo me bisogna porsi con questo atteggiamento sia verso se stessi che verso il soggetto che stiamo studiando...
    Voi cosa ne pensate??
    A lunedì!
    Monica

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  5. ciao a tutti.
    innanzi tutto grazie ad Alessandra per aver postato un così ricco e coinvolgente di resoconto sebbene sia in un momento un po' difficile (mi dispiace molto per il tuo così sgradevole incidente)!
    mi trovo d'accordo con Monica sia per quanto riguarda lo "stare attenti a produrre un resoconto troppo "pro-soggetto"... " sia per le curiosità riguardo alla relazione creatasi col soggetto! non vedo l'ora di poter osservare i filmati realizzati... sono certa che il contributo audiovisivo mi aiuterà a completare e correggere l'immaginario che ho realizzato grazie alla lettura del report e alle riflessioni pre-esperienza fatte insieme in classe!

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  6. Chiedo scusa a tutti (e soprattutto ad Alessandra) per il ritardo con cui posto questo breve commento al suo importante post sulla prima rilevazione. Sono felice che il lavoro si stia rivelando proficuo, immaginato che il soggetto fosse particolarmente interessante e attivo e quindi fonte di molteplici spunti di rilevazione e riflessione.
    Il tono narrativo, secondo me, va assolutamente mantenuto perché è quello che ci caratterizza rispetto ad altre metodologie di ricerca, e capisco il problema dell'informatore che legge il rapporto del rilevatore, e delle questioni etiche che la cosa sollecita. mettendola sul piano anch'io personale (a proposito: la mia solidarietà ad Alessandra per il furto subito, dev'essere orribile come sensazione, al di là del danno materiale) ho completamente sbagliato i tempi della mia didattica, questo semestre, e sono semplicemente fuori controllo con le cose arretrare da sistemare. Ho già negoziato però il prossimo sabato mattina con la mia compagna per poterlo dedicare (anche) a questo blog, per il quale mi impegno a postare una sorta di commento generale, anche in visione della scadenza dell'abstract per il call for paper sulla metodologia della ricerca su Internet. A presto quindi, e complimenti per il lavoro finora svolto.

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